La responsabilità sociale d'impresa (RSI) è l'impegno di ogni organizzazione a creare valore non soltanto per i propri azionisti, ma anche per altri stakeholder come il personale e la società nel suo complesso. È dunque un modello di autoregolamentazione che la Commissione Europea definisce come “integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni interessate".
Fanno parte della Corporate Social Responsibility (CSR):
- l'adozione di pratiche sostenibili sotto il profilo ambientale;
- la promozione dell’economia circolare;
- lo sviluppo di ambienti di lavoro inclusivi;
- la creazione di relazioni significative e il coinvolgimento attivo delle comunità di riferimento;
- l’organizzazione di attività di formazione;
- la trasparenza in qualsiasi attività di comunicazione;
- lo sviluppo di prodotti innovativi per bisogni emergenti.
Negli ultimi anni, la responsabilità sociale d’impresa è diventata sempre più centrale per le aziende, sia per rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori e degli investitori sotto questo profilo, sia per affrontare concretamente le sfide sociali e ambientali del nostro tempo. Nel documento La responsabilità sociale per l’industria 4.0, Confindustria identifica chiaramente le motivazioni alla base di ciò: “la crescita economica come l’abbiamo conosciuta finora, ha anche determinato una pressione ambientale non sostenibile nel lungo termine, e prodotto risultati non soddisfacenti in termini di uguaglianza e inclusione sociale”.
Responsabilità sociale d’impresa: il ruolo cardine della manifattura
La responsabilità sociale d’impresa ha un ruolo significativo per le imprese manifatturiere a causa delle caratteristiche peculiari dell’ecosistema produttivo.
In primis, il comparto è responsabile di quasi un quarto (23%) delle emissioni dirette di anidride carbonica in USA, e in Europa di 880 milioni di tonnellate di CO2 equivalente ogni anno. Inoltre, la manifattura impiega una quota considerevole della forza lavoro globale e può quindi contribuire in modo significativo alla diffusione di condizioni di lavoro sicure e dignitose per i dipendenti, che promuovano la diversità e l'inclusione. Un’azienda manifatturiera, inoltre, fa parte di complessi ecosistemi produttivi e logistici in continua interazione, e per questo il suo impegno rispetto a tematiche ambientali e sociali potrebbe indirizzare quello di intere filiere.
Le aziende che adottano politiche di responsabilità sociale beneficiano di una serie di vantaggi:
- miglioramento della reputazione, da cui una maggiore attrattività per i consumatori;
- razionalizzazione dei costi, per via dell’abbattimento degli sprechi e dell’impiego oculato delle risorse;
- attrazione di investitori e di talenti, da cui un vero e proprio vantaggio competitivo;
- più semplice accesso al credito.
L’innovazione è la principale leva di sostenibilità
Quando si parla di innovazione in ambito manifatturiero, spesso si usano le espressioni Smart Industry o Smart Manufacturing.
Alla base del nuovo paradigma c’è l’obiettivo (ambizioso) di ottimizzare i processi logistici e di produzione attraverso l’impiego sinergico di tecnologie avanzate, di sensoristica e di automazione, ma soprattutto mediante l’acquisizione e la valorizzazione dei dati che fluiscono all’interno dell’ecosistema industriale. Diventando data-driven, le organizzazioni possono efficientare i processi, assecondare le esigenze di flessibilità del mercato, ottimizzare i costi e alimentare la propria competitività. Oltre a indirizzare, come detto, gli sforzi evolutivi delle altre realtà di filiera con cui hanno relazioni stabili.
C'è peraltro una connessione profonda tra l'evoluzione delle pratiche manifatturiere verso modelli smart e il concetto di responsabilità sociale d'impresa, tanto che l'adozione di questi modelli rappresenta certamente un abilitatore tecnologico della Corporate Social Responsibility. In altri termini, l’innovazione è la principale leva di sostenibilità.
Nell’ambito ambientale, per esempio, la digitalizzazione è alla base della fabbrica smart e sostenibile. Nelle smart factory ci sono sensori e dispositivi connessi in grado di monitorare in tempo reale i consumi (es, elettrici, di acqua e delle materie prime), i tempi dei processi produttivi e di tutte le fasi. Se debitamente valorizzati, i dati consentono alle aziende non solo di accelerare i processi e di avvicinarsi alle esigenze del mercato, ma anche di individuare aree di inefficienza e di spreco, permettendo un'ottimizzazione mirata delle risorse e la conseguente riduzione diretta o indiretta delle emissioni.
Il digitale aiuta inoltre le imprese a ridurre gli scarti delle lavorazioni, gli sprechi legati a interruzioni improvvise o a malfunzionamenti e a gestire al meglio il complesso ciclo di vita dei rifiuti, che è un pilastro dell’economia circolare. Le fabbriche connesse possono implementare in modo piuttosto agevole processi di riciclo interni per convertire i materiali di scarto in nuovi prodotti o componenti.
Non solo ambiente: la robotica collaborativa e l’impatto sociale
La trasformazione verso la smart industry ha un impatto positivo non soltanto rispetto all’ambiente.
Le pratiche innovative possono agire sul benessere dei dipendenti in svariati modi, come ad esempio monitorando le condizioni ambientali degli ambienti produttivi per renderli più sicuri.
L’innovazione non è insita nel monitoraggio in sé, per il quale non è necessario adottare un modello 4.0, bensì nella capacità di prevenzione delle criticità offerta dagli algoritmi di machine learning e dall’intelligenza artificiale nel suo complesso. Si può poi parlare di geolocalizzazione e geofencing per evitare collisioni tra macchinari della logistica interna (carrelli con conducente o AGV), ma soprattutto di robot collaborativi, che condividono la medesima attività e gli spazi produttivi con gli esseri umani. Questi robot possono essere utilizzati in ambienti o in attività pericolose per tutelare i lavoratori da elevati rischi di infortunio o da condizioni di lavoro logoranti.
L'impatto positivo della smart industry si estende poi a tutto l’ecosistema che circonda l’azienda, partendo proprio dai clienti. Le tecnologie digitali favoriscono la tracciabilità, e questo permette alle imprese di condividere più informazioni ed essere più trasparenti nei confronti dei propri clienti, a garanzia di una più semplice fidelizzazione. Oltre a rispondere a precisi obblighi normativi presenti in svariati settori (food, pharma…), la tracciabilità facilita inoltre la raccolta e il riciclo dei materiali quando i prodotti raggiungono la fine del ciclo di vita, favorendo i principi dell’economia circolare.
Per acquisire e padroneggiare queste tecnologie digitali ormai fondamentali per le imprese, MADE offre soluzioni all’avanguardia, in quanto Competence Center per l’industria 4.0.