In un contesto in cui le rapide evoluzioni tecnologiche e organizzative stanno ridefinendo i paradigmi aziendali, l’adozione di strategie efficaci rappresenta una condizione imprescindibile per affrontare il cambiamento. È in questo contesto che si inserisce l’evento “Change Management 5.0”, organizzato il 5 maggio da MADE Competence Center Industria 4.0 in collaborazione con Sistemi&Impresa, rivista di Edizioni ESTE dedicata all’evoluzione organizzativa nelle aziende tecnologiche. Moderato da Chiara Lupi, Direttrice di Sistemi&Impresa, l’incontro ha offerto spunti utili sia per chi è alle prime armi con l’Industria 4.0, sia per chi è già in fase avanzata di adozione.
Cos'è il Change Management 5.0?
Nel cuore della trasformazione industriale, dove il digitale incontra l’organizzazione, si gioca una delle sfide più decisive per le imprese manifatturiere: il Change Management. Un concetto che va oltre la semplice adozione di nuove tecnologie e che investe la cultura aziendale, le competenze delle persone e le logiche di leadership.
Il Change Management 5.0 rappresenta un’evoluzione rispetto ai modelli precedenti. Non si limita a gestire il cambiamento come risposta a una crisi o a un bisogno contingente, ma lo considera una leva strategica, continua, integrata con i processi di innovazione. Nell’Industria 4.0 – e ancor di più nella 5.0 – le tecnologie sono ormai mature: la vera sfida è usarle per creare valore umano, sociale e produttivo.
L'adozione di tecnologie digitali (dai digital twin alla realtà aumentata, dall’AI alla sensoristica avanzata) richiede un cambiamento non solo operativo, ma soprattutto culturale. Ecco perché il change management deve iniziare dalla leadership e coinvolgere tutta l’organizzazione in un percorso di consapevolezza, formazione e coinvolgimento.
Digitalizzazione, innovazione, resistenza al cambiamento
Nel corso dell’evento è emerso come il cambiamento, per essere efficace, debba partire da una visione condivisa e da un impegno concreto del top management. Le testimonianze aziendali hanno evidenziato alcuni elementi comuni:
• La resistenza al cambiamento è un ostacolo naturale, ma superabile con ascolto e inclusività.
• L’apprendimento continuo è una necessità: la formazione non è più un’attività accessoria ma un pilastro strategico.
• Le tecnologie digitali sono abilitatori, ma il successo dipende da come vengono integrate nei processi e nella cultura.
Open Innovation, ecosistemi collaborativi e nuovi modelli gestionali
Un altro tema centrale è la capacità delle imprese di aprirsi all’esterno. La trasformazione digitale inizia, infatti, dall’apertura mentale dell’imprenditore, che rappresenta il primo vero abilitatore del cambiamento. Nelle Piccole e medie imprese (PMI) italiane, che costituiscono il cuore del sistema produttivo nazionale, questo significa adottare modelli gestionali snelli, abbracciare logiche di open innovation e sviluppare un ecosistema industriale collaborativo.
Aziende come Gualini Lamiere, Masmec, Sacco System e Sangalli hanno dimostrato che è possibile attivare il cambiamento anche in contesti tradizionali, adottando strategie graduali, valorizzando le competenze interne e promuovendo una cultura dell’innovazione continua. Gualini Lamiere ha adottato un approccio inclusivo che ha permesso ai collaboratori di familiarizzare gradualmente con il digitale, affiancando le nuove tecnologie ai metodi tradizionali. Masmec, invece, ha fatto leva sulle opportunità dell'Industria 4.0 per ripensare i propri processi, introducendo strumenti avanzati come il virtual commissioning e i digital twin, e investendo su formazione e coinvolgimento. Sacco System ha puntato su un modello di miglioramento continuo, creando un Innovation Team, promuovendo il ruolo dei digital ambassador e strutturando un nuovo dipartimento di Data Governance per potenziare la propria capacità di analisi e decisione basata sui dati. Sangalli, infine, ha investito nella digitalizzazione dei cantieri e nell'introduzione dell'AI per migliorare la logistica e la manutenzione, sottolineando l'importanza della formazione continua per integrare le innovazioni nella quotidianità lavorativa.
Quali sono le tecnologie al servizio del cambiamento?
Tra gli strumenti più citati ritroviamo:
• Digital Twin e Virtual Commissioning, per progettare e testare virtualmente i processi produttivi.
• Realtà aumentata e AI, per potenziare la formazione, la manutenzione e la qualità.
• Cloud e Data Hub, per centralizzare e valorizzare le informazioni aziendali.
Chiaramente, queste tecnologie non sono fini a sé stesse: funzionano solo se supportate da una struttura organizzativa pronta a recepire il cambiamento.
Formazione e coinvolgimento delle persone
Infine, il capitale umano è la vera chiave di volta. Come ricordato da diversi relatori, il successo di una trasformazione digitale si misura nella capacità di “portare le persone a bordo”, valorizzandone il ruolo e accompagnandole nell’acquisizione di nuove competenze, sia tecniche che trasversali.
Il Change Management, quindi, non è un progetto a sé stante, ma il filo conduttore che unisce strategia, tecnologia e persone.
Per una fabbrica che vuole definirsi davvero smart, il cambiamento non è più una fase da attraversare, ma una condizione permanente da gestire. Le aziende che sapranno orchestrare tecnologia, organizzazione e cultura avranno le chiavi per navigare il futuro con successo.