L’Intelligenza Artificiale Generativa (Gen AI) è uno strumento che promette di innovare e trasformare i modelli di business, ma non è ancora pienamente compresa dalle aziende. Proprio per questo MADE4.0, realtà nata dal Piano Industria 4.0 per orientare le imprese verso progetti di innovazione e ricerca, ha voluto approfondire la tematica nell’evento dal titolo “Intelligenza Artificiale nelle aziende: il modello generativo cambierà il mercato?”, svoltosi all’interno del Campus Bovisa Politecnico e parte del ciclo di incontri ‘Aperitivi tecnologici’, realizzati in collaborazione con la rivista Sistemi&Impresa, magazine della casa editrice ESTE dedicato all’analisi dell’impatto organizzativo delle nuove tecnologie.
L’Aperitivo Tecnologico ha approfondito il potenziale dell’AI Generativa, focalizzandosi sul suo ruolo per definire il futuro del business e sulle implicazioni del suo utilizzo. In particolare, Manuel Roveri, Professore del Politecnico di Milano, ha mostrato l’evoluzione passata e futura della tecnologia. Durante la tavola rotonda, moderata da Alessia Stucchi, Redattrice di Sistemi&Impresa, si è discusso approfonditamente dell'AI Generativa, con il contributo di diversi manager: Michele Simonetti, Business Innovation Manager di Manni Sipre; Luca Camanni, Business Process & ICT Manager di A.A.G. Stucchi; Massimo Parini, Production Manager di Marca Group e Andrea Prina, Founder e CEO di Medispa.
Con l’AI Generativa il 30% delle attività saranno automatizzate
L’evento è stato aperto da due domande centrali sull’AI Generativa: quanto costa e quanto può aiutare a risparmiare? Secondo Manuel Roveri, Professore del Politecnico di Milano, la prima domanda ha una risposta piuttosto semplice, in quanto nei progetti si possono facilmente quantificare budget e risorse iniziali. La seconda domanda, invece, è più complessa. “È difficile stimare i risparmi perché questo può essere fatto solo una volta raggiunto il risultato finale. E questo rappresenta una sfida, poiché i progetti sono percorsi lunghi e articolati nel tempo”, ha spiegato Roveri.
Indipendentemente dal tempo necessario per arrivare al risultato, l’AI Gen produce, comunque, un forte impatto in diverse aree della società. In primis, sul lavoro, perché si stima che nel futuro circa il 30% delle attività lavorative attuali saranno automatizzate. “Chi per prima identifica quali sono le aree potenzialmente automatizzabili, godrà di un importante vantaggio competitivo”, ha commentato il Professore. Inoltre, ci sarà un risvolto positivo rispetto all’impatto energetico, visto che il 3% dell’energia complessiva consumata in un anno proviene dall’attività dei datacenter. In questo caso, serve strutturare una tecnologia più sostenibile.
Tuttavia, nonostante il potenziale impatto, ci sono ancora molte incertezze sulle applicazioni concrete. “Siamo in un momento di aspettativa elevata, alla quale seguirà un momento di disillusione quando saranno compresi i reali limiti e applicazioni dell’AI Generativa. La disillusione è una fase fondamentale per realmente comprendere la tecnologia e portarla sul mercato”, ha concluso Roveri.
Il confronto tra Manni Sipre, A.A.G. Stucchi, Marca Group e Medispa
Ad aver già approcciato l’AI Generativa sono le aziende coinvolte alla tavola rotonda. A.A.G. Stucchi (250 persone e 50 milioni di euro di fatturato) ha rivisto la Business Intelligence per arrivare alla predizione delle vendite e del budget. “È un progetto triennale che prevede la possibilità di interrogare i dati in linguaggio naturale per avvicinare la tecnologia agli operatori meno esperti”, ha spiegato Camanni. Il suo consiglio per approcciare progetti di AI Gen è che sia presente in azienda un forte commitment da parte della proprietà.
Nel settore commerciale, Manni Sipre (1.200 dipendenti e 800 milioni di euro di fatturato) ha sviluppato un progetto per gestire le richieste dei clienti ricevute via email, elaborandone e standardizzandone il contenuto. “L’AI Generativa ci ha permesso di strutturare i dati e rendere più efficiente l'attività degli operatori”, ha detto Simonetti. I prossimi passi includono l’utilizzo dell’AI per analizzare altre forme di richieste non strutturate, come immagini e audio.
Anche Marca Group (270 dipendenti e 30 milioni di euro di fatturato) ha ottenuto benefici in termini di velocità operativa. “Utilizziamo diversi tipi di materie plastiche con unità di misura differenti e la necessità era leggere le schede tecniche. I compiti dell’AI Gen sono stati la raccolta dati e la possibilità di lanciare query al sistema che compara e allinea le unità di misura”, ha raccontato Parini. Fondamentale punto di attenzione, come ha raccontato, è stato strutturare un sistema sicuro in termini di privacy dei dati.
Infine, per Medispa (50 persone, 400 collaboratori e 10 milioni di euro di fatturato) la necessità era efficientare il processo di validazione dei check up digitali. Da lì è partito un progetto che ha portato, in primis, ad acquisire le competenze per interfacciarsi con l’AI Gen. “Abbiamo successivamente sviluppato un’applicazione che premia gli stili di vita dei dipendenti legati al mondo sostenibilità. Volevamo fornire alle aziende uno spazio dove ottenere analisi predittive”, ha concluso Prina. Come affacciarsi, quindi, all’AI Gen? Il consiglio dell’imprenditore è quello di sperimentare, poiché la tecnologia è ormai una realtà concreta, e solo le aziende che lo comprendono possono ottenere significativi vantaggi.